Приказ основних података о документу

dc.creatorCeković, Nevena
dc.creatorJanićijević, Nataša
dc.date.accessioned2023-05-23T09:29:44Z
dc.date.available2023-05-23T09:29:44Z
dc.date.issued2017
dc.identifier.issn0522-8468
dc.identifier.urihttps://repff.fil.bg.ac.rs/handle/123456789/1077
dc.description.abstractIn linea con la nostra ricerca precedente (Ceković & Janićijević, in stampa), incentrata sui segnali discorsivi (SD) italiani formati da verbi di percezione visiva e uditiva (guardare, vedere, sentire, ascoltare) e la loro traduzione in serbo, il presente contributo si propone di indagare ulteriormente le corrispondenze funzionali tra l'italiano e il serbo, focalizzandosi su altre forme aventi l'origine verbale: i SD derivanti dal verbo sapere, dire e scusare. Nel contributo si descrivono, da un lato, le principali caratteristiche e funzioni dei SD in questione e, dall'altro, si individuano e analizzano le corrispondenti forme in serbo. Confrontando i SD italiani con le loro traduzioni in serbo, si riconferma la conclusione che gli equivalenti semantici non sempre sono anche gli equivalenti pragmatici e che la corrispondenza tra i SD nelle due lingue va sempre cercata a livello funzionale.it
dc.publisherБеоград : Филолошки факултет
dc.rightsopenAccess
dc.rights.urihttps://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/
dc.sourceАнали Филолошког факултета
dc.titleScusa, sai, ti dico... Gli equivalenti serbi dei segnali discorsivi italiani di origine verbaleit
dc.typearticle
dc.rights.licenseBY-SA
dc.citation.epage65
dc.citation.issue2
dc.citation.other29(2): 51-65
dc.citation.rankM51
dc.citation.spage51
dc.citation.volume29
dc.identifier.doi10.18485/analiff.2017.29.2.4
dc.identifier.fulltexthttp://prototype2.rcub.bg.ac.rs/bitstream/id/22/1074.pdf
dc.identifier.rcubconv_2635
dc.type.versionpublishedVersion


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